WebGis della Carta Inventario dei Movimenti Franosi della Provincia di Vibo Valentia
Fotointerpretazione: Guendalina ANTONINI
Restituzione e digitalizzazione: Giuseppe SCALAMANDRÉ
Realizzazione WebGis: Giuseppe SCALAMANDRÉ e Maria Stella MARAGÓ
La Carta Inventario dei Movimenti Franosi della Provincia di Vibo Valentia è il risultato di un
progetto avviato nel 1996, nell'ambito delle attività finalizzate alla redazione del Piano
Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP).
Sulla base dei voli 1990-91 dell'IGM, con foto aeree alla scala nominale di 1:33.000, la
fotointerpretazione fu affidata alla dott.ssa Guendalina ANTONINI, all'epoca consulente del
CNR-IRPI di Perugia, e oggi funzionaria del Comune del capoluogo umbro.
Le credenziali della dott.ssa ANTONINI erano di primissimo livello, avendo già lavorato alla
Carta Inventario dei movimenti franosi della Regione Umbria ed alla Carta Inventario
dei movimenti franosi della Regione Marche, giusto per citare due dei suoi tanti lavori di
fotointerpretazione.
La restituzione della fotointerpretazione sulla base topografica 1:25.000, e la successiva
digitalizzazione dei vari fenomeni individuati furono portati a termine, direttamente dal
sottoscritto, con l'obiettivo di essere integrati in un Sistema Informativo Territoriale, che
avrebbe dovuto costituire il cuore del "piano-processo".
Oltre a rappresentare uno strumento per l'analisi geomorfologico-evolutiva, avrebbe costituito
la base dati per un’analisi statistica sulla distribuzione degli eventi franosi e per poter
elaborare la carta del rischio di frana del territorio provinciale.
Ad ogni modo, la previsione era quella di realizzare un elaborato cartaceo finale alla scala
1:50.000, ma dopo essere arrivati ad una prima bozza di stampa il lavoro si arenó con il
cessare del mio rapporto di consulente dell'Ufficio Pianificazione Territoriale, il 31 dicembre 1998.
La carta non vide mai la luce per svariate cause, legate ai limiti tecnici dei mezzi a disposizione
per la stampa, e anche alla mancata realizzazione del SIT, ma probabilmente l’ostacolo principale fu rappresentato,
a vari livelli, dal non essere quelli i tempi giusti.
Mi piace ricordare che, all'epoca dei fatti, il Decreto Legge 11 giugno 1998 n° 180, meglio
conosciuto come “Decreto Sarno”, era ancora da li a venire, mentre il programma che avrebbe avviato
l’iter del PAI, sarebbe stato approvato dalla Giunta Regionale della Calabria solo il 7 luglio 1999.
La volontà di pubblicare in qualsiasi modo la Carta Inventario dei Movimenti Franosi della
Provincia di Vibo Valentia, non è mai venuta meno in tutti questi anni, e l’avere conservato gli
attrezzi del mestiere, ovvero i lucidi serviti per il riporto sulla base 1:25.000, ci ha indotto ad
andare avanti.
Con un certosino lavoro di ricostruzione, compatibilmente con gli impegni lavorativi e scaglionando
il lavoro in più riprese nel corso degli ultimi 4÷5 anni, le varie frane sono state completamente
ridigitalizzate.
Grazie alle nuove potenzialità informatiche, oltre a superare agevolmente i principali limiti
tecnici di quegli anni (sembrerà preistoria ma l'unico mezzo per stampare una carta della
Provincia di Vibo Valentia alla scala 1:50.000 era l'offset), è oggi possibile pubblicare
in proprio il lavoro realizzato, rendendo giustizia del totale disinteresse dimostrato da enti
ed istituzioni che abbiamo tentato di coinvolgere.
Nel WebGis su cui viene presentata la carta, i dati di frana sono integrati dai principali caratteri
geometrici e tipologici, insieme ad ulteriori elaborazioni originali come un modello digitale del
terreno, rappresentato a sfumo, una carta dell’altimetria ed una carta delle pendenze.
La rappresentazione viene ulteriormente valorizzata dalla Ortofoto del volo IT2000, della
Compagnia Generale Ripreseaeree S.p.A., gentilmente concessa in uso.
La carta inventario che vi proponiamo riporta sinteticamente, in un sistema georeferenziato, tutti
gli eventi franosi che sono stati osservati, alla scala del lavoro, sulla base di segni visibili
sul territorio.
I termini utilizzati nella legenda sono quelli proposti da CARRARA et al. (1985), che
hanno ripreso e modificato la classificazione dei movimenti di versante introdotta da VARNES
(1978).
Fa eccezione il termine di debris flows che è stato utilizzato nella più ampia accezione proposta
da ELLEN (1989) (cfr. anche GUZZETTI et al., 1992; COSTA e WIECZOREK, 1987, PIERSON
e COSTA, 1987).
Maggiori dettagli, circa la classificazione seguita, sono forniti dalla
"legenda estesa"
alla quale è possibile accedere cliccando sul link in alto a destra nella finestra del WebGis.
Allo scopo di valutare il grado di evoluzione dei dissesti e quindi la loro potenziale pericolosità
a scala regionale, per alcune tipologie di dissesto si è tentato di attribuire ad ogni fenomeno
un’età relativa (R-recente, V-vecchio, MV-molto vecchio).
Occorre tenere presente che l'aspetto di un movimento franoso, sulla base del quale avviene
l'identificazione e la classificazione da parte del fotointerprete, muta in funzione sia dell'età,
del grado di attività e della tipologia del movimento, sia in base a fattori di modellazione
geomorfologica a questo esterni (erosione s.l., sviluppo del suolo, sviluppo della vegetazione,
ecc.).
Questi fattori agiscono con modalità e velocità diverse nei vari complessi litologici. Ne risulta
che l'aspetto di un movimento franoso varia più o meno velocemente all'interno dei diversi
complessi, e che quindi le età relative stimate sono da ritenersi valide solo all'interno di ogni
singolo complesso litologico.
In particolare è stato possibile classificare cronologicamente le colate e gli scorrimenti-colata.
Le frane complesse si sono rivelate in generale molto vecchie o vecchie.
Si sono distinte inoltre le frane superficiali dalle profonde evidenziando per le seconde l'area di
distacco e quella di accumulo.
Per alcune frane, data l’oggettiva difficoltà di riconoscere sufficienti indicatori morfologici
specifici per ogni classe, si è reso necessario definire la classe “incerta” (tutte le altre
sono naturalmente da considerare “certe”).
Per le principali tipologie di dissesto (quelle rappresentate da poligoni), grazie
all’integrazione con un dettagliato DTM, è stato elaborato un interessante database la cui
consultazione, insieme alle altre funzionalità del framework, riteniamo essere sufficientemente
intuitiva.
Una consultazione agevole è possibile solo con una connessione veloce ma, ad ogni modo, si sconsiglia
l'attivazione contemporanea di più "dati raster", che per altro non avrebbe alcuna utilità
(solo l'altimetria è sovrapponibile al rilievo).
Un utile tool permette di ottenere un layout di stampa, dell'area d'interesse, con tanto di legenda sintetica.
Come gran parte delle analoghe carte a media scala (quelle comprese fra 1:100.000 e 1:50.000
e basate sull’interpretazione di fotografie aree a scala compresa fra 1:60.000 ed 1:20.000)
i controlli in campagna sono stati assai limitati.
Il lavoro che vi proponiamo non è privo di limiti ed imprecisioni, ma riteniamo possa ancora essere
considerato un elaborato di alto profilo tecnico, capace di rappresentare un riferimento per
eventuali studi specialistici.
Questi ultimi dovranno necessariamente ed autonomamente approfondire e verificare i fenomeni
franosi rappresentati (proprio in quest’ottica i dati non sono resi visibili a scale superiori
ad 1:5.000).
La consultazione della Carta Inventario dei Movimenti Franosi della Provincia di Vibo Valentia è
libera e gratuita, col solo obbligo di citare la fonte in caso di utilizzo in qualsiasi tipo di
lavoro.
La pubblicazione di tutti i dati in essa contenuti è da intendersi a semplice scopo divulgativo,
pertanto gli autori declinano ogni tipo di responsabilità che dovesse derivare dal loro improprio
utilizzo.
Giuseppe SCALAMANDRÉ